Monastero di S. Maria di Vigevano in Porta Orientale

Il monastero, femminile, apparteneva all’Ordine degli Umiliati; essendosi ridotte di numero, san Carlo le concentrò, nel 1579, nel cenobio di S. Maria Maddalena, per così adattare il loro vecchio monastero trasformandolo in Collegio Elvetico per chierici svizzeri per la formazione del clero secolare impegnato nelle pievi della diocesi milanese situate nei territori dei cantoni svizzeri, dove si era già diffusa la Riforma protestante.

Il Collegio “occupava quasi per intero la parte sud-occidentale di un isolato posto in prossimità del Naviglio e delimitato dalla ripa del Naviglio stesso, dalla cosiddetta Strada Marina, dalla contrada di San Primo e dalla strada che metteva all’antica basilica di San Dionigi” (S. Della Torre, “L’Archivio edificato nell’architettura milanese” in L’Archivio di Stato di Milano, a cura di G. Cagliari Poli, Firenze, 1992). Le rimanenti porzioni dell’isolato erano proprietà in parte di privati, in parte del vicino convento di San Pietro Celestino e in parte, infine, della chiesa parrocchiale di San Primo con l’adiacente monastero di Sant’Ambrogio ad Nemus.

Schuster, Ildefonso. “MONASTICON. ELENCO DEGLI ANTICHI MONASTERI BENEDETTINI NELL’ARCHIDIOCESI MILANESE”. Viboldone, Abbazia di Viboldone, 1946, p. 4.