Monastero di S. Radegonda in Porta Orientale

Venne fondato nell’alto Medioevo da Vindelinda, da cui prese il nome. Secondo Schuster probabilmente le monache successero alle diaconesse, che altra volta prestavano servizio nel vicino battistero metropolitano per le donne. S. Radegonda era anch’essa diaconessa.
Nel 1154 vi risiedevano cinquanta monache, delle quali ebbe a occuparsi l’arcivescovo Oberto in un Iudicium sottoscriffo fra gli altri da s. Galdino, allora cancelliere arcivescovile.
Le monache ufficiavano altresì la vicina cappella di S. Simpliciano; si conserva memoria di un terzo oratorio, entro il recinto del cenobio, dedicato a San Galdino.
Nel 1506 Giulio II affidò la cura spirituale del cenobio ai monaci cassinesi; essa durò fino al 1737.
Nel XVIII secolo il monastero era celebre per decoro e nobiltà delle funzioni. Venne travolto nella bufera della Repubblica Cisalpina, ed oggi se ne conserva il ricordo in un altare intitolato a S. Radegonda, nella chiesa di S. Raffaele, oltre che nel nome della via.

Archivio di Stato di Milano
Lombardia Beni Culturali
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Schuster, Ildefonso. “MONASTICON. ELENCO DEGLI ANTICHI MONASTERI BENEDETTINI NELL’ARCHIDIOCESI MILANESE”. Viboldone, Abbazia di Viboldone, 1946, pp. 2-3.