Quinzano, pieve di Arsago

Arsago – foto di Marrabbio2 / CC BY-SA
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Il Paese e la storia
In Italia ci sono 5 paesi che hanno questo nome: Quinzano di Force (nelle Marche), Quinzano di Langhirano, Quinzano d’Oglio (Brescia), Quinzano Veronese. L’aggiunta “S. Pietro” divenne d’obbligo nel 1861 con l’unità d’Italia.
Dopo l’unità d’Italia venne l’imposizione di unificare i piccoli comuni che avevano poche centinaia di abitanti. Quinzano, con i paesi limitrofi, fu aggregato a Sumirago, che per molto tempo si chiamò: Sumirago ed uniti. Il nome pare sia di origine romana, dal nome della famiglia Quinzi. Vi è chi ipotizza un certo Quinzio Aruspice e custode del tempio della fortuna; di lui si sarebbe scoperta una pietra sepolcrale a Venegono.

Origine
Non ci sono date sicure. L’origine pare quella comune a parecchi paesi delle colline tra l’Arno e lo Strona. Sulle colline vennero costruite, probabilmente in epoca tardo romana, (qualcuno pensa anche in epoca anteriore) delle torri di avvistamento e di controllo. Attorno a queste torri, si aggiunsero nel tempo abitazioni per i militari, le guardie, le loro famiglie e per qualche attività necessaria. Nel Medio Evo queste torri vennero donate a vassalli in proprietà. I nuovi padroni un po’ per necessità ,un po’ per moda a secondo della loro ricchezza ingrandirono le “torri in “castelli” più o meno ambiziosi. Tutti i paesi della zona sono cetamente entrati nella sfera del Seprio.
Ad un certo punto i Visconti di Milano diventano i proprietari di tutti i castelli della zona che poi vennero divisi in proprietà dei vari cadetti dei Visconti. In seguito per vendita o per successione ereditaria passarono di mano in proprietà di altre famiglie.
Il “castello “di Quinzano per tanti anni restò proprietà della famiglia Della Croce. Parecchi Parroci della Parrocchia appartenevano a questa famiglia. Alla torre originaria, che ora non esiste più, venne aggiunto un castello di cui si hanno resti e poi una villa settecentesca.
Nell’Archivio capitolare di S. Ambrogio a Milano esiste un documento notarile redatto il 17 marzo 1178 a Quinzano. Si tratta d’una famiglia residente a Quinzano che dona terreni ad una Parrocchia di Zibido S. Giacomo.

Popolazione
La relazione della visita pastorale del Card. Federico Borromeo del 2 giugno 1596 conta 160 anime in totale.
Nel 1861(anno dell’Unità d’Italia) gli abitanti erano 313.
Nel 1865 i votanti erano solo 58. La popolazione rimase stabile fino al 1933, anno della Visita Pastorale del Card Schuster. Prima della seconda guerra mondiale giunsero famiglie dalla Bergamasca e dal Veneto.
Dopo la guerra vennero famiglie immigrate dal Veneto (Padova, Vicenza, Rovigo) e dal Meridione (Napoli, Catania ed altri).
In tempi recentissime alcune famiglie im-migrate dai paesi limitrofi, e dall’estero (Pakistan e altri).
Da sempre il paese è stato agricolo. Le famiglie lavoravano sulle terre di proprietà del castello. Poi le terre vennero acquistate dalle famiglie che le lavoravano. Con l’avvento delle industrie le donne lavoravano nelle filande e nelle tessiture di Gallarate e altri paesi vicini.
Gli uomini soprattutto nei paesi di Cavaria, Solbiate Arno, soprattutto negli anni dopo la seconda guerra mondiale. In questo periodo sorgono e si affermano anche aziende locali.

Chiesa Parrocchiale
Nell’area della Chiesa Parrocchiale esisteva forse una cappella o piccola chiesa dedicata a S. Antonio, patrono dell’agricoltura. Un documento del 8 luglio 1557 ricorda che S. Carlo unì alla Chiesa Parrocchiale la cappellania di S. Antonio, mentre era responsabile il Sacerdote Giovanni Ambrogio della Croce. La visita pastorale del card Federico Borromeo documenta l’esistenza della Chiesa, a due navate, all’interno del cimitero circondato da muro, con un campanile a 2 campane, con la sacrestia, la casa del parroco. Lungo i decenni successivi certo subì ritocchi, aggiustamenti, forse venne anche allungata, probabilmente nel ‘700.
In occasione della visita pastorale del Card. Schuster del 1934 si è pensato alla costruzione di una nuova Chiesa più “in paese”. La chiesa era giudicata bisognosa di ristrutturazione, pareva insufficiente e lontana dall’abitato.
Si fecero questue, sottoscrizioni per qualche anno, poi … con la guerra, non se ne fece nulla. Intanto negli anni della guerra (1944) venne tolto l’organo dal lato anteriore destro e venne sistemato sopra l’ingresso, realizzando anche la balconata per la cantoria.
La ristrutturazione più vistosa venne fatta negli anni 1965/1970. Si costruì un altare rivolto al popolo, si è eliminato il coro arretrando l’altare sul fondo dell’abside, si tolsero le balaustre, si spostò la sacrestia creando un vano ampio per i fedeli, si è tolto il vecchio pulpito.
Le opere più recenti:
1971 si riveste di bronzo il portone centrale
1973 si realizza il pavimento in granito
1984 si acquista la statua di S. Pietro e si procede alla tinteggiatura della Chiesa
1992 si realizzano gli otto ovali degli altari laterali: due ristruttu-rati sul muro ed incorniciati, gli altri 6 nuovi su tela incorniciata a muro
Nuova è pure la vetrata sull’ingresso che rappresenta Gesù Risorto.

La Chiesa di S. Giuseppe
Si trova nell’area del castello con un accesso indipendente per la popolazione e dei passaggi comunicanti con l’interno della proprietà del Castello. La Chiesetta è stata costruita nel 1686 dai proprietari del castello, aperta alla parrocchia. Una lapide sulla parete destra interna alla chiesa dichiara questa destinazione d’uso.
La lapide è in latino. La Signora Oliveira Della Croce del casato Riva dichiara questa destinazione d’uso. Nel 1987 la Parrocchia provvide alla sistemazione degli intonaci, alla riparazione per l’umidità di risalita.

L’Oratorio
La prima struttura per l’Oratorio è stata realizzata da Don Paolo Ottolina nel 1934: un salone per i ragazzi e per le recite.
La seconda e’ stato il campo di calcio, su uno più piccolo. Ciò avvenne negli anni 70. Si organizzarono per anni i tornei serali. Per questo si provvide la illuminazione del campo e si prepararono gli spogliatoi e le docce. Per l’animazione dell’Oratorio Domenicale per più di vent’anni arrivarono i chierici dal Seminario.
Un lavoro intenso a favore dell’Oratorio è stato svolto negli anni 1986 – 1990, ad opera di un bel numero di volontari.
Presenze preziose per la vita religiosa della comunità parrocchiale sono state le Ancelle di S. Giuseppe e le Suore di Betlemme.

Pellegrinaggio a s. Antonio di Nasca
Ogni anno la Parrocchia di Quinzano si reca in pellegrinaggio a S. Antonio di Nasca in Castelveccana il lunedì di Pasqua.
Sembra che la motivazione sia quella di adempiere ad un voto fatto dagli abitanti di Quinzano, probabilmente legato alla
peste che ogni tanto infieriva. La tradizione si è protratta negli anni sino ai nostri giorni.

Parroci di Quinzano
1493: Jacobus de Buzjis
1528: Ambrosius de Candeanis
1567: Stefano Galli
1567-1588: Francesco Della Croce
1589-1595: Giulio C. Della Croce
1599-1605: Bernardo Boniperti
1606-1627: Fabio Gnocchi
1630-1659: Giulio Cesare Monti
1659-1680: Antonio Campana
1682-1686: Filippo Mazzumbelli
1687-1695: Gerolamo Mazzumbelli
1695-1701: Giacomo Filippo Fassi
1702-1714:Giov. Eustachio Fassi
1715-1729: Carlo A. Fumagalli
1724-1736: Angelo M. Azimonte
1739-1748: Carlo F: Tibiletti
1749-1786: Giacomo Della Croce
1787-1808: Giuseppe Della Croce
1808-1822: Luigi Della Croce
1829-1851: Carlo Trombini
1854-1860: Onofrio Candiani
1861-1866: Angelo Bianchi
1876-1916: Antonio Rossi
1916-1932: Eraldo Porro
1933-1948: Paolo Ottolina
1949-1957: Lino Bonicalzi
1958-1965: Lazzaro Millesi
1965-1970: Ettore Lessa
1971-1990: Celso Contini
1990-2006: Cesare Villa
2006-2010: Roberto Campiotti